CROSSFIT: un po' di chiarezza

È il nuovo allenamento dei vip. 

Duro, faticoso: il CrossFit. Lo praticano Cameron Diaz, Jessica Alba, Jessica Biel. E va assai di moda anche in Italia, in prima linea Elisabetta Canalis, Paola Barale e Belén
Si salta, si corre, si tira, si solleva, si striscia. Con corde da barca, pneumatici, pareti, ostacoli, palle mediche, trapezi, manubri, kettlebel e quant’altro. Si suda, si bruciano calorie.
Ci si diverte, perché ogni sessione è diversa e abbastanza breve (da un minimo di 5 minuti a un massimo, vuole la teoria, di mezz’ora). E ti viene un fisico da urlo.
Bene.
A noi però è bastata una dichiarazione dell’inventore, Greg Glassman. «It can kill you, I’ve always been completely honest about that», ha detto nel 2005, come riporta The New York Times. "Può ucciderti e tu sei stato così onesto da non negarlo mai"? Ancora, sempre Glassman: «Non è adatto a chi non è disposto a cadere e rompersi l’osso del collo».
L’intensità di questo tipo di workout e la sua filosofia, che incoraggia i partecipanti a superare costantemente i propri limiti alimenta le perplessità.
Su Pubmed, la banca dati degli studi scientifici, compare una ricerca inglese del 2013, ottenuta attraverso la compilazione di questionari: l’incidenza dei traumi è superiore ad altri sport ma simile a quella del sollevamento pesi o del rugby, notano gli autori dell’indagine.
Il fatto è, scrive il Washington Post, che il CrossFit è popolare da pochi anni e dunque mancano gli studi, non ci sono molte evidenze scientifiche. Ma Business Week riporta la lesione al midollo spinale a gennaio scorso di un istruttore, Kevin Ongar, che ora è il protagonista di un documentario sulla sicurezza nel workout.


I vantaggi della disciplina
I pro esistono, non si discute. È una disciplina che riunisce esercizi attinti da diversi sport e tecniche fitness, rielaborati in modo tale da coinvolgere tutte le catene muscolari (secondo i principi dell’allenamento funzionale) e da esaltare esplosività e agilità. «Migliora resistenza cardio-respiratoria e muscolare, forza, elasticità, potenza, destrezza, equilibrio, tempi di reazione e coordinazione», scrive l’ex cestista Mabel Bocchi. «È sempre differente, non specifico, stimolante. È fondamentale che ogni sessione di lavoro sia unica e irripetibile, in modo tale che corpo e mente si ritrovino ad affrontare di volta in volta stimoli sempre nuovi. Si tratta di un allenamento completo e dal grande impatto emotivo, in cui lo spirito di gruppo accende ulteriormente l’impegno».
Ogni allenamento, chiamato Wod (workout of the day), dovrebbe essere impostato dai trainer in base al proprio livello (questa la promessa). Tanto che viene consigliato anche a bambini e anziani. Ma siamo sicuri, si chiedono in America, che l’istruttore, per quanto preparato, sia in grado di calibrare la progressione tecnica e la gradualità dei carichi? Per tutti vale la raccomandazione di non strafare.

Allora la domanda è: siete capaci di riconoscere i vostri limiti per non rischiare di farvi male?
«Il CrossFit non è alla portata di tutti, così come ogni sport a intensità elevata», spiega Daniela Lucini, responsabile della sezione di Medicina dell’esercizio all’Humanitas di Rozzano (Milano). «Una persona sana e con un’ottima base atletica può farlo, anche se per me i benefici sulla salute di allenamenti così faticosi restano da discutere. Strappi muscolari o problemi a tendini e articolazioni possono essere all’ordine del giorno. Dovrebbe evitare questo tipo di attività chi poi soffre di patologie croniche come problemi osteo-articolari ed ernie del disco o di malattie cardiovascolari quali pressione alta, aritmia, diabete, angina, infarto. Viceversa le attività aerobiche svolte a intensità moderata possono essere un toccasana per la salute, a patto che vengano eseguite in modo adeguato, a seconda delle caratteristiche della persona».



Fonte [Corriere della Sera]