Acqua di rubinetto, vantaggi e (s)vantaggi

L’acqua di rubinetto  è sicura, economica, ecologica. Nonostante tutti questi pregi, fatica ad acquisire popolarità: l’acqua in bottiglia – complici anche i messaggi di bellezza e salute a lei riservati – continua ad essere preferita. Gli italiani sono tra i primi consumatori mondiali di acqua in bottiglia, con ben 195 litri di acqua minerale pro-capite all’anno.

Tuttavia, l’inquinamento ambientale di cui siamo spettatori ci invita a riflettere sulle nostre azioni, a mettere in dubbio il nostro stile di vita, a biasimare ogni forma di spreco: in altre parole, ciò che ora ci viene chiesto, più che mai, è di diventare maggiormente responsabili del bene collettivo. L’uso scorretto della plastica ha causato e continua a causare ingenti danni al nostro pianeta: gli oggetti di plastica monouso, da soli, producono l’85% dell’inquinamento che colpisce oceani e spiagge (e di conseguenza cibo e acqua potabile).

Ad averne colpa non è di certo la plastica in sè – ricordiamo che la scoperta di polietilene e polipropilene valse il premio Nobel per la chimica nel 1963 a Karl Ziegler e Giulio Natta – ma la facilità e superficialità con cui siamo abituati a sfruttare certe risorse. La plastica, ideata per resistere all’usura, è stata paradossalmente destinata a dare forma a numerosi oggetti usa e getta, solo per soddisfare il nostro capriccio di comodità.

La direzione da percorrere a questo punto è una sola: sportine e sacchetti di plastica biodegradabili sono stati pionieri di un nuovo modo di pensare e consumare. I recenti provvedimenti legislativi europei desiderano promuovere uno sviluppo sostenibile e una gestione corretta dei rifiuti. La strategia europea sulla plastica chiama tutti i cittadini ad essere parte attiva del cambiamento: la nostra libertà di scelta può fare la differenza.

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Perché scegliere l’acqua di rubinetto?

Mediamente, una persona adulta in buono stato di salute necessita di 2-2,5 litri di acqua ogni giorno, di cui un quarto circa è assicurato da alimenti quali frutta e verdura. Per dissetarci possiamo rivolgerci all’acqua in bottiglia, rappresentata per lo più da acqua minerale naturale, o all’acqua di rete distribuita attraverso gli acquedotti e le tubature domestiche.

Nonostante nel nostro paese l’acqua pubblica fornita abbia uno standard di qualità molto elevato, l’acqua in bottiglia viene spesso preferita, in quanto percepita come più sicura. Inoltre, la possibilità di leggere l’etichetta aumenta il senso di controllo da parte del consumatore.

In realtà, l’acqua della rete idrica cittadina sottostà ad una rigida sorveglianza. I controlli sono molto ravvicinati (si va da controlli quotidiani in alcuni acquedotti fino a controlli mensili) e di duplice natura: ci sono controlli interni – effettuati dal gestore – e controlli esterni – effettuati dalle ASL competenti. Pertanto, l’acqua di casa può essere consumata tranquillamente senza rischi per la salute: i parametri microbiologici, chimici e fisici devono essere conformi a quanto previsto dal Decreto Legislativo 31/2001.

I fornitori mettono regolarmente a disposizione report con i risultati delle analisi eseguite sull’acqua distribuita nel territorio. Pertanto, chi desidera delucidazioni sulla qualità dell’acqua domestica nella maggior parte dei casi non avrà difficoltà a reperire informazioni dettagliate, anche se manca una modalità uniforme di comunicazione pubblica dei dati.

Un aspetto che può far insorgere qualche perplessità e titubanza nei confronti delle acque di rete è la necessità di trattamenti chimici, come la clorazione (aggiunta di cloro). Mentre l’acqua minerale è imbottigliata così come sgorga dalla sorgente, l’acqua di rubinetto subisce trattamenti di potabilizzazione che – in qualche modo – la possono far percepire come meno pulita e pura.

In realtà, la clorazione dell’acqua è indispensabile per evitare lo sviluppo di batteri e microrganismi patogeni, in quanto il cloro è uno degli agenti disinfettanti più efficaci. La legge stabilisce precisi limiti di sicurezza per le concentrazioni di cloro e di alcuni suoi derivati: entro questi valori, il cloro non è pericoloso per l’organismo. L’unico inconveniente è che la clorazione conferisce un retrogusto poco piacevole all’acqua: questo problema può essere facilmente risolto lasciando riposare l’acqua in una brocca, consentendo così al cloro di evaporare.

Infine, non si può trascurare che l’acqua di casa offre innegabili vantaggi economici: allo stesso prezzo con cui mediamente di possono acquistare 6 bottiglie di acqua minerale (9 litri), si ottengono 1000 litri di acqua di rete. Un nucleo familiare di tre persone può risparmiare anche più di 250 euro all’anno.

L’acqua di rubinetto non produce rifiuti plastici (in media su una famiglia che consuma acqua in bottiglia pesano 11 kg di rifiuti di plastica all’anno), permette di ridurre il consumo di petrolio e di emissioni di CO2, non richiede trasporti e sfruttamento di terreni. Quindi, pesa di meno tanto sull’ambiente quanto sulle tasche.

 

Considerati la sicurezza e i numerosi vantaggi ambientali ed economici delle acque di casa, una rivalutazione dell’acqua di rubinetto è d’obbligo. Ogni eventuale alterazione dell’acqua (come colore anomalo, acqua torbida, odore di zolfo) va sempre segnalata al proprio gestore, che provvederà a compiere gli opportuni accertamenti. Ed è importante ricordare che il dovere di manutenzione delle tubature delle abitazioni è in capo ai singoli individui o alla gestione condominiale.