Bio è meglio?
Ce lo domandiamo spesso, oramai il BIO è una vera e propria moda.
Ecco 10 domanda (e 10 risposte) che abbiamo trovato sul blog di Bressanini:
1) L’agricoltura biologica non fa uso di pesticidi
FALSO
L’agricoltura biologica non può fare uso di pesticidi di sintesi, ma ne utilizza alcuni di origine naturale. L’agricoltura moderna fa largo uso di prodotti per proteggere le colture da infestanti e parassiti. Queste sostanze vengono collettivamente identificate dal termine pesticidi o più correttamente agrofarmaci: erbicidi, insetticidi, fungicidi e così via. Queste sostanze sono strettamente regolamentate e la maggior parte di esse non sono utilizzabili in agricoltura biologica perché non di origine naturale. Alcuni prodotti naturali invece ammessi sono la famiglia di molecole chiamate piretrine, lo spinosad, il batterio Bacillus thuringiensis, oppure alcune sostanze usate tradizionalmente quali il solfato e l’idrossido di rame, lo zolfo, alcuni oli minerali e così via. Nonostante siano di origine naturale alcune delle sostanze ammesse possono comunque avere un impatto ambientale non trascurabile: il rotenone ad esempio, una sostanza naturale, era permessa in agricoltura biologica ma a causa della sua tossicità è in via di eliminazione dai protocolli di coltivazione. I sali di rame, ampiamente utilizzati come fungicidi, sono tossici, si accumulano nel terreno e non vengono eliminati facilmente.
2) L’agricoltura biologica ha rese comparabili a quella convenzionale
DIPENDE
Le rese per ettaro dell’agricoltura biologica sono solitamente più basse di quelle dell’agricoltura convenzionale, ma molto dipende dal tipo di coltura e dalle condizioni ambientali. In alcuni casi non si sono riscontrate grandi differenze medie di rese tra i due sistemi agricoli, mentre in altri le coltivazioni biologiche arrivano a produrre anche il 50 per cento in meno. Secondo una recente analisi pubblicata su Nature se le rese sono solamente il 3 per cento in meno per la frutta biologica, del 5 per cento in meno per i legumi e dell’11 per cento in meno per i semi oleosi, le perdite di produttività per i cereali e gli ortaggi sono molto maggiori, attestandosi rispettivamente intorno al 26 e al 33 per cento. Secondo questo studio globalmente le coltivazioni biologiche producono il 25 per cento in meno, un valore simile a quelle riscontrate in altri studi.
3) I prodotti biologici hanno migliori proprietà nutrizionali
FALSO
Nel 2010 è stata pubblicata una rassegna sistematica, commissionata dalla Food Standard Agency britannica, di tutti gli articoli scientifici pubblicati dal 1958 di confronto del contenuto nutrizionali tra prodotti bio e convenzionali. I risultati mostrano una certa variabilità ma a parte casi specifici -ad esempio i cereali biologici sono mediamente più poveri di proteine mentre i pomodori biologici sono mediamente più ricchi di vitamina C- non ci sono prove che dimostrino sostanziali differenze nutrizionali tra alimenti biologici e convenzionali. Conclude il rapporto: “Per la maggioranza dei nutrienti esaminati non è stata rilevata una differenza nel contenuto di nutrienti e altre sostanze tra prodotti biologici e convenzionali, il che suggerisce che i prodotti biologici e quelli convenzionali siano largamente confrontabili”
Nel 2012, indipendentemente, dei ricercatori dell’Università di Stanford hanno pubblicato una seconda rassegna sistematica, arrivando sostanzialmente alle medesime conclusioni.
4) I prodotti biologici hanno meno residui di pesticidi.
VERO
Nel 2009 l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma) ha pubblicato un rapporto sui residui di pesticidi sugli alimenti nella UE. Sono stati analizzati 74.305 campioni di circa 350 prodotti alimentari diversi. Il 96 per cento dei campioni sono risultati conformi ai limiti di legge mentre nel 4 per cento dei casi sono stati superati i limiti legali per uno o più pesticidi. Se si considerano gli alimenti biologici, la percentuale di prodotti con residui nella norma è del 98,76 per cento mentre l’1,24 per cento era fuorilegge.
Uno studio effettuato in Lombardia tra il 2002 e il 2005 dal Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria, presso l’ospedale Luigi Sacco di Milano, ha mostrato come il 73 per cento dei campioni di prodotti agricoli convenzionali non riportasse alcun residuo, mentre esaminando i prodotti biologici questa percentuale arrivasse al 97 per cento.
5) I prodotti biologici sono più sicuri di quelli convenzionali
FALSO
La certificazione biologica di un prodotto garantisce che durante la coltivazione o la produzione siano state rispettate le varie normative e i regolamenti. Ad esempio che non siano stati utilizzati fertilizzanti di sintesi o fitofarmaci non ammessi. Non è quindi una certificazione sulle proprietà del prodotto finale ma sul processo di produzione. Tutti i prodotti agricoli in commercio, siano essi convenzionali o biologici, devono rispettare rigorosi criteri di sicurezza e devono quindi essere sicuri per il consumatore indipendentemente dal metodo di coltivazione.
6) L’agricoltura biologica promuove la biodiversità
VERO
Uno degli obiettivi espliciti dell’agricoltura biologica è la preservazione della biodiversità. Una rassegna pubblicata nel 2005 ha preso in esame 76 studi di confronto della biodiversità esistente in campi coltivati in modo biologico e convenzionale. Nonostante una grande variabilità l’analisi ha messo in evidenza una tendenza generale: spesso le coltivazioni biologiche supportano una maggiore biodiversità di quelle convenzionali. Ad esempio su tredici studi volti a misurare il numero di vermi presenti nel terreno, sette ne hanno trovati di più nei terreni biologici, due in quelli convenzionali, mentre quattro studi non hanno osservato differenze. Simili risultati sono stati trovati per uccelli, ragni, mammiferi, microbi e così via. Tuttavia è anche necessario considerare che l’agricoltura intensiva, più dannosa per la biodiversità se misurata per unità di area, richiede mediamente una minore superficie per produrre la stessa quantità di cibo e quindi permetterebbe di lasciare incolta una maggiore quantità di terra e di preservarne la biodiversità, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
7) L’agricoltura biologica ha un impatto ambientale minore rispetto all’agricoltura convenzionale.
DIPENDE
Nel 2012 è stata pubblicata una analisi che raccoglie i risultati di 71 studi indipendenti sull’impatto ambientale dell’agricoltura biologica in Europa prendendo in esame i vari aspetti: la qualità del suolo, la biodiversità, il rilascio di composti azotati nella falda acquifera, il consumo energetico e così via. I risultati mostrano che è sempre necessario distinguere caso per caso. Ad esempio la produzione biologica di olive e carne di manzo causa meno emissioni di gas serra della produzione convenzionale, mentre per il latte, i cereali e i maiali è vero il contrario. In generale lo studio mostra come le pratiche dell’agricoltura biologica abbiano generalmente un impatto positivo sull’ambiente per unità di superficie, ma a causa delle minori rese non necessariamente per unità di prodotto. In altre parole, un’azienda agricola biologica che produce ortaggi può, a parità di superficie coltivata, rilasciare meno azoto nella falda, ma ogni singolo ortaggio raccolto nei suoi campi potrebbe avere un impatto sulla falda maggiore di uno analogo prodotto in modo convenzionale.
8 ) I prodotti biologici sono più contaminati da micotossine
FALSO
Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte da alcuni funghi o muffe in condizioni climatiche favorevoli che possono contaminare cereali e derivati, arachidi, semi oleosi e altri prodotti agricoli. Poiché alcuni cereali entrano a far parte della composizione dei mangimi, queste tossine si possono ritrovare anche in prodotti come il latte o i formaggi. Le micotossine più note sono le aflatossine, cancerogene e genotossiche. È diffuso il timore che i cereali biologici possano essere più predisposti alla contaminazione da micotossine a causa della limitata protezione delle colture biologiche dall’attacco di funghi e muffe. Tuttavia i confronti pubblicati in letteratura sino ad ora non mostrano mediamente una maggiore contaminazione dei cereali biologici rispetto a quelli coltivati in modo convenzionale.
9) La produzione biologica in Italia è in continua crescita
FALSO
L’agricoltura biologica in Italia ha avuto una crescita molto rapida per tutti anni ’90 passando da 10.000 operatori nel 1995 a più di 60.000 nel 2001, con un corrispondente aumento della superficie agricola utilizzata da 200.000 ettari a più di 1.200.000 ettari. In seguito il numero di operatori è diminuito per arrivare a stabilizzarsi attorno ai 50.000 negli ultimi otto anni, mentre la superficie coltivata si è stabilizzata a valori poco inferiori ai massimi raggiunti nel 2001. Nel 2012 l’agricoltura biologica rappresentava il 9% della superficie coltivata totale in Italia, la maggior parte dedicata a produzione di foraggio per animali, di cereali, adibita a pascolo o alla coltivazione dell’olivo. In Italia i consumi di prodotti alimentari biologici rappresentano l’1,45% del totale.
10) L’agricoltura biologica non può fare uso di OGM
VERO
Le normative che regolano la produzione biologica vietano la coltivazione di piante geneticamente modificate. È altresì vietato l’uso di OGM come mangimi negli allevamenti biologici per la produzione di latte o carne. Alcuni OGM in commercio, ad esempio quelli resistenti agli erbicidi, sono in totale contrasto con i principi dell’agricoltura biologica, perché sono pensati per essere utilizzati congiuntamente ad un diserbante. Sarebbe però possibile produrre piante geneticamente modificate, ad esempio resistenti naturalmente ad alcuni insetti o virus, che potrebbero essere coltivate in modo biologico senza violare i principi a cui si ispira questo tipo di agricoltura.
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